Otto eventi che non ho mai dimenticato...

 

1) Fin dalla più tenera età pensavo di poterla fare franca con piccoli espedienti, ma la mia furbizia ha sempre lasciato molto a desiderare! Quando mia madre provò a togliermi il pannolino per far sì che imparassi a far pipì nel vasino puntualmente prima me la facevo addosso e poi la avvisavo, e così ogni volta mi beccavo una bella sculacciata. Allora adottai una magnifica strategia: quando ormai ero bagnata, di nascosto mi cambiavo le mutandine e poi correvo da mia madre orgogliosa a dirle: "asciutta io!" . Ma le mutande pulite infilate per traverso e quelle bagnate abbandonate in giro per casa parlavano per me, pertanto continuavo a prendermi le sculacciate finché non ho imparato che era meglio farla nel vasino.

2) Avevo forse 4 anni e la mia sorellina più piccola ne aveva appena 1, mia madre per far in modo che le stessero su i pantaloni usava metterle sempre le bretelle. Poiché io non le usavo più insistevo per averle a mia volta ma senza successo, finché non decisi di fare testa mia. Così in una fredda giornata invernale, presi la bella decisione di spogliarmi per bene per provare ad indossare le tanto sospirate bretelle, ovviamente non ci riuscii, ma di lì a qualche giorno mi ritrovai con una bella bronchite!

3) Da piccola ero davvero una disperazione, non appena mia madre si distraeva un attimo ne combinavo di tutti i colori. Anche quando mi metteva a letto doveva stare ben attenta a nascondere le coperte sotto il risvolto delle lenzuola perchè soprattutto quelle più pelose erano la mia passione, in men che non si dica le scarnificavo...

4) Quando ero adolescente amavo mettermi in ghingheri ogni qualvolta ci fosse una buona occasione per uscire alle feste di paese. Quel giorno mi vestii tutta di bianco perchè alla sera c'era uno spettacolo da seguire sugli spalti dell'oratorio: che meraviglia stare in mezzo a tanta gente! i primi posti  in basso erano tutti occupati, quindi fu necessario salire sui gradoni in alto, anche se con qualche sforzo andò tutto bene. Quando poi giunse il momento di andar via le mie gambe erano leggermente anchilosate dopo esser stata ferma tanto a lungo, per giunta cominciavo ad avere un pò sonno.... e quando giunsi all'ultimo gradino la mia discesa terminò rovinosamente con un capitombolo sul terriccio umido. Peccato non esser sprofondata molto più a fondo fino a scomparire visto che in quel momento tutti gli occhi del pubblico furono puntati su di me e sui miei pantaloni non più bianchi!

5) A casa dei miei non sono mai mancati i gatti, ma mia madre non ha mai permesso loro di avere accesso dentro casa. Così la nostra amata Stella aveva imparato a gironzolare in cortile e ad aspettare educatamente la sua pappa sulla soglia senza mai mettere piede dentro. Un bel giorno la vidi sgattaiolare quatta quatta in soffitta, la seguii, ma nonostante la chiamassi non saltava fuori. Poi nella penombra vidi brillare i suoi occhi all'interno di una vecchia scatola nascosta tra mille cianfrusaglie: aveva scelto un posto caldo e sicuro per i suoi 5 cuccioli!

6) Avevo iniziato una corrispondenza con un ragazzo romano con il quale era nata una bella amicizia fatta di scambi di opinioni, di consigli, di confidenze. Tutte le settimane aspettavo con ansia le sue lettere sempre puntuali, poi all'improvviso il silenzio. Continuavo a scrivergli, ma invano, finché un giorno ricevetti uno strano cartoncino con una grafia sconosciuta: era la sorella che mi comunicava il decesso del mio amico. Quello fu un giorno molto triste.

7) Ricordo ancora il mio primo giorno di scuola alle Superiori: l'insegnante di inglese tra tutti i compagni scelse una persona a caso invitandola alla lavagna. Ero proprio io, che fortuna! Mi chiese di scrivere una parola di inglese che conoscevo: la prima che mi venne in mente fu blue jeans, ma ovviamente sbagliai a scriverla e con molta delicatezza mi disse che ero un'asina! Proprio un buon inizio!

8) Le brutte figuracce sono sempre state il mio forte evidentemente, infatti non molto tempo fa avendo da poco conosciuto una ragazza tramite amici parlavo con lei del più e del meno cercando di trovare degli argomenti più o meno interessanti. Ad un certo punto le chiesi quale fosse l'ultimo libro che avesse letto: una domanda come tante, che male c'è? eh già, peccato non aver prima riflettuto sul fatto che fosse una ragazza cieca...

Byllina

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